domenica 24 aprile 2011

Ciao a tutti!
Vi ringrazio molto per il supporto, per i commenti giornalieri e per il vostro acceso interesse per il mio viaggio.
È difficile per me raccontarvi la mia esperienza. Discutendo a questo proposito con uno dei pellegrini incontrati sul cammino, lui mi ha detto “Quando tornerò a casa e i miei amici mi chiederanno di raccontare loro la mia esperienza, riuscirò a malapena a parlare per un'ora. Come si fa a descrivere la bellezza della natura che cambia ad ogni passo, il rumore dei ruscelli in Galicia, la desolazione della meseta che a volte sconforta anche il pellegrino più forte o l'unione quasi familiare che si crea tra i pellegrini?”. È difficile.
Né le foto né i video riescono, purtroppo, a raccontare la centesima parte delle emozioni che ho vissuto sul cammino, ma vi assicuro che è stata un'esperienza unica che consiglierei a chiunque, soprattutto se vissuta in solitaria. Ho avuto molto tempo per pensare, per riflettere, per incontrare nuove persone, che d'improvviso sono entrate nella mia vita e altrettanto in fretta ne sono uscite, ma ognuna di queste ha lasciato qualcosa che porterò nel cuore per sempre.

La sensazione di essere una pellegrina era supportata quotidianamente da coloro che incontravo per strada, spagnoli di ogni età che mi auguravano “Buen camino” e che mi salutavano perfino dai trattori e dalle macchine. La solidarietà per coloro che affrontano un viaggio di questo tipo è offerta da molti, soprattutto nei piccoli paesini, molti dei quali riescono a sopravvivere proprio grazie al pellegrinaggio verso Santiago.

Pensavo che il cammino sarebbe stata la parte più dura, data la mia inesistente preparazione atletica, ma il difficile in realtà è stato l'avvicinarsi a Santiago, il rendersi conto come il tempo a disposizione fosse in esaurimento; gli ultimi giorni avrei voluto che l'esperienza del cammino non finisse mai, poiché è qualcosa che ti riempie talmente tanto che, nel momento in cui sono arrivata a Santiago, nonostante la gioia, mi sono sentita improvvisamente svuotata. È difficile staccarsi dal cammino e proprio per questa ragione ho conosciuto molte persone che hanno fatto del cammino la loro vita, lavorando come “hospitaleros” nelle pensioncine per i pellegrini o convertendo la propria vita in un vero e proprio cammino costante.

Avevo molte domande quando ho iniziato il cammino. Forse ora ho più domande che risposte, ma anche la consapevolezza che ci sono molte cose che vorrei cambiare nella mia vita.
Il cammino, come mi ha insegnato Dominik, è una metafora della vita e anche quella prima o poi arriva ad una fine. Sono tornata, ma se e quando potrò, vorrei rifare quest'esperienza perché, come diceva Saramago "Bisogna ritornare sui passi già fatti per ripeterli e tracciarvi a fianco nuovi cammini. Bisogna ricominciare il viaggio, sempre".